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destionegiorno
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Silvia De Angelis
quando la mente si sveste, lascia trapelare
la parte più intima di sè stessa ... (continua)
La sua poesia preferita:
A sera
Quel lascito estenuante del giorno
a ridosso
d’un implume buio
mormora di confini
oltre il limite della bocca
mentre... leggi...
Nell'albo d'oro:
Complice di te
nell'intonaco sbiadito
d'un muro raffermo d'iridanti tocchi d'avorio
scorporo immagini di caldi tepori
carezzanti nel vespro dorato
riaccendono suasive atmosfere
di tue parole sottovoce
ampliate dal fascino d'un silenzio avvolgente
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Questa poesia è pubblicata anche nel sito RimeScelte
Silvia De Angelis
Pitone
Natura
Ama posar sue spire
africano territorio
snodandosi abilmente
su alberi e terreno
Non dotato velenosa tossina
ammanta scure squame
alternate chiare strisce
cosparse verdi macule
Lontano pulsione aggressiva
se attaccato
acciambella su sè stesso
celando testa e collo
Maschio visibilmente
più minuto della femmina
possiede speroni e piccolo capo
Razza ovipara
A ritmo
muove
squame sulla pancia
onde deambulare
Muta la pelle
ingrandendo sue dimensioni
sfila precedente involucro
Nutre di piccoli mammiferi
ingoiati interi
celandosi poi a lungo
Schizzinoso digiuna lunghi periodi
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
Nota dell'autore:
«Un rettile di grandi dimensioni, che qualcuno ama tenere in casa...»
Commenti di altri autori:
«bella descrizione ricca di notizie su questo serpente, lirica apprezzatissima»
«Non nego il fascino dei rettili ma... non riuscirei a toccarli...è più forte di me! Grazie per il tuo occhio... sempre vigile e acuto sulla vita Silvia!»
«Un'altra pagina d'enciclopedia si apre davanti ai nostri occhi che attratti leggono tutta d'un fiato. Anch'io con i miei figli abbiamo toccato un pitone – mio marito lo teneva sulle spalle – eravamo sicuri perché guidati dal responsabile, ma non so se riproverei volentieri questa esperienza.»
«Sembra di vederlo questo pitone "schizzinoso" e strisciante, descritto minuziosamente da questa superlativa autrice che entra sapientemente nei particolari di ogni creatura animata e non che ci presenta!»
«Come sempre, mi piace enormemente questa trasversalità, che riesce a coniugare la razionalità della scienza con la creatività poetica! La poesia può essere anche gioco e non per questo cadere nella mediocrità!»
«Quando odio questi animali... più che odio ne ho il terrore a vederli... Forse però son meglio di tante persone... Tu però sei una stupenda poetessa che tinge di eleganza versi e contenuto... Stupenda Silvia sei unica!»
«Ho faticato a leggere questi bei versi per la mia fobia per i rettili. Mi spiace, ma senza questa foto e senza questo video, li avrei sicuramente gustati come meritano»
«Con linguaggio appropriato e ricco, come sempre l'autrice ci regala dipinti di natura e vita animale. Versi sempre ritmati ed originali, complimenti!»
«Immagini di vita animale resi affascinanti e suggestivi dal tocco poetico della nostra autrice. Anche a me i rettili incutono un forte senso di paura, ma apprezzo molto l'espressione artistica con la quale sono stati presentati.»
«Descrizione magistrale in versi, minuziosa, dove prevale l'effetto panico sul lettore. Infatti ho provato terrore nel leggere questi versi che fluiscono incalzanti come una danza africana, variopinta da un lessico come sempre espressivo e ricercato. Originale, non banale, molto apprezzata nei contenuti e nello stile. Un elogio vivissimo, Silvia!»
«Una descrizione perfetta e nello stesso tempo artistica di un animale che spesso e ingiustamente porta ribrezzo e paura. Ma ognuno di noi ha le nostre fobie, io ho quella del gatto. Una lirica significativa molto molto apprezzata.»
«wow che poesia... degna di super quark... però fossi al tuo posto cercherei di renderle meno descrittive e più pregnanti di significato, magari utilizzando metafore o più semplicemente utilizzando preposizioni ed articoli (alle volte servono) così è troppo telegrafica a mio avviso...»